Elezioni
comunali di giugno: per il Pd di Sesto è stata una cocente sconfitta. Vi siete interrogate
sulle ragioni?
Le ragioni sono molteplici e l’analisi è complessa. Siamo convinte che l’esito delle ultime
amministrative abbia radici lontane, difficilmente sintetizzabili in poche righe. Il PD sestese ha
vissuto una profonda spaccatura interna, le cui conseguenze si sono manifestate con tutta
evidenza con le dimissioni della segretaria comunale del PD nel luglio 2015 e con la sfiducia al
Sindaco nei giorni successivi. Le ultime elezioni comunali sono anche un riflesso di questi eventi,
probabilmente non compresi fino in fondo dalla città.
Siamo convinte che sia importante fare luce sulle responsabilità di scelte che hanno indebolito
fortemente negli anni il PD sestese. Responsabilità attribuibili, a nostro avviso, sia a chi è rimasto
nel partito sia a chi ha deciso di andarsene. Per quanto ci riguarda, riconosciamo e ci assumiamo
quelle di chi ha scelto di rimanere nel PD, nella convinzione che il partito debba rimanere, anche
nei momenti più difficili, il “luogo” del confronto, della dialettica, dell’elaborazione politica. Siamo
ancora in attesa di una parola chiara da parte di chi guidava il PD sestese fino allo scorso anno e ha
scelto di rivisitare la propria proposta camuffandola dietro ad un nuovo simbolo.
Detto ciò, l’ultima campagna elettorale ha visto una sinistra divisa, un dibattito monopolizzato e
strumentalizzato intorno al tema del termovalorizzatore, la mancanza di discussione intorno a
tanti temi e ad una visione complessiva sul presente e sul futuro della città. Questi ed altri fattori
hanno determinato il ridimensionamento del consenso nei confronti del PD sestese, che rimane
comunque il primo partito in città. Riguardo l’esito elettorale, vanno poi considerate le dinamiche
proprie del turno di ballottaggio che consegnano al Sindaco eletto un consenso composto da forze
assai eterogenee tra loro, Movimento 5stelle, destre e liste civiche tutte alleate contro il PD.
Le dimissioni di Baldi vi consegnano il ruolo di traghettatrici verso il congresso dell’anno
prossimo. Che partito ereditate?
Ci viene chiesto cosa ereditiamo da Baldi, non abbiamo mai sentito chiedere a Baldi cosa abbia
ereditato da Sanquerin. Noi ci prendiamo la responsabilità del futuro del PD a Sesto, facendo
tesoro del suo patrimonio di storie e competenze e allo stesso tempo cercando di imparare dagli
errori.
Il PD sestese e i suoi numerosi volontari sono impegnati in queste settimane con la Festa de
L’Unità metropolitana con uno stand gestito insieme al PD di Campi Bisenzio. Ci aspettano nelle
prossime settimane importanti passaggi, primo fra tutti quello relativo al referendum
costituzionale. Entreremo presto nel merito della riforma coinvolgendo i cittadini di Sesto e
favorendo la più ampia partecipazione.
Quali sono le mosse che intendete compiere per riorganizzare il partito e riconquistare la
fiducia dei sestesi?
La fiducia si costruisce nel tempo, attraverso la cura dei rapporti e la coerenza delle scelte. Per
quanto ci riguarda, vogliamo concentrarci sui contenuti e avere un rapporto costante con il
territorio e la sua gente. Non porteremo avanti un partito rinchiuso nelle proprie stanze né
relegato a questioni passate e rivendicazioni personali. Ripartiamo dall’ascolto e dal dialogo, a
livello interno e nei confronti della città.
C’è chi accusa il Pd sestese di essere troppo legato alle logiche “fiorentine”, dalla scelta di Sara
Biagiotti come candidato sindaco nel 2014, alle valutazioni su inceneritoretermovalorizzatore
e aeroporto. Cambierà qualcosa?
Questo ritornello delle “logiche fiorentine” è davvero curioso. Lo rispediamo semplicemente al
mittente che forse si è scordato di essere parte di quelle scelte che oggi etichetta come scelte
dettate da Firenze. Ci preme ricordare che la scelta di Sara Biagiotti fu una scelta unitaria e
condivisa all’interno del PD sestese, allora guidato da Camilla Sanquerin, e dall’allora sindaco
uscente Gianni Gianassi. Solita logica è valsa per la questione del termovalorizzatore sul nostro
territorio. Dispiace farla lunga e citare i soliti nomi e cognomi ma ce lo impone la domanda nonché
la presa d’atto di precise responsabilità.
Noi oggi ribadiamo che il tema del ciclo dei rifiuti e del loro smaltimento non può essere affrontato
con superficialità e demagogia: è scandaloso che oggi si continui ad investire in discariche e a
scegliere di portare i nostri rifiuti altrove senza assumersi la responsabilità di governare processi
complessi. Stiamo attraversando una fase di transizione che necessita di essere governata:
servono azioni concrete e non bastano slogan e firme di protocolli apposte in extremis per qualche
voto in più. Venendo all’aeroporto, la nostra criticità sul progetto è nota da tempo, nonostante
faccia spesso comodo dire altro.
Cambierà qualcosa? Fa sorridere la domanda che presuppone che il PD sestese sottostia chissà a
quali logiche. Per noi la “logica” è e sarà quella di credere in una Sesto Fiorentino con una forte
identità, capace però di futuro solo se connessa e integrata con il tessuto di tutta l’area
metropolitana.
Che giudizio date su questi primi mesi dell’amministrazione Falchi?
Sospendiamo un vero e proprio giudizio date le poche settimane dall’inizio del mandato. Siamo in
attesa della convocazione del prossimo Consiglio comunale e le Commissioni consiliari non sono
ancora mai state convocate. Quel che possiamo dire è che Sesto sembra vivere ancora in
campagna elettorale e questo certo non le giova. La questione sugli oneri di urbanizzazione è
emblematica del modo di procedere del Sindaco e della sua Giunta: si fa finta di rinunciarvi (ben
sapendo che si tratta di un atto dovuto e non politicodiscrezionale)
per prendere il titolo di
qualche giornale e il plauso dei comitati per poi dover tornare indietro dicendo che è colpa dei
“poteri forti”. Ma stiamo scherzando? Da Sesto partono lettere indirizzate al sindaco di Firenze,
alla Città metropolitana, ad alcuni parlamentari… è vera collaborazione o solo un modo per
chiedere altrove risposte che il Sindaco Falchi in primis deve dare? Lasciamo al tempo di dare la
risposta, sperando non ci consegni una città più ferma di quanto già non lo sia. Intanto sono sotto
gli occhi di tutti i ritardi nella chiusura di alcuni cantieri e nel ripristino della viabilità ordinaria in
alcune direttrici della città quali ad esempio via Gramsci e viale Michelangelo. E nel periodo estivo
non si è messo mano ad alcun intervento significativo negli edifici scolastici della città. Attendiamo
Sindaco e Giunta all’opera…
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