“Non pretendiamo che in 100 giorni si possa compiere il programma di un’amministrazione ma l’impronta e’ chiara”, dicono le tre coordinatrici Giulia Barducci, Sara Martini e Claudia Pecchioli. “Una serie di “non scelte” stanno caratterizzando l’operato dell’amministrazione e in Consiglio comunale è totale assenza di proposta di governo in confronto al lavoro delle opposizioni”, continuano dal PD sestese.
Preoccupazione per il bilancio comunale. “Leggendo i due verbali prodotti dai revisori dei conti l’amministrazione deve mettere mano con decisione e urgenza a ‘provvedimenti tesi al mantenimento dell’equilibrio di bilancio’. Non c’è altro tempo da perdere”, dice il capogruppo PD, Lorenzo Zambini.
E se sul bilancio c’è da cambiare marcia, anche sul resto serve un cambio di passo. Il Sindaco Falchi aveva promesso nei primi 100 giorni la riapertura del parco di Villa Solaria in tutte le sue funzioni. Ad oggi niente è mutato, tranne l’apertura di un cancellino. “Per questo il gruppo consiliare del PD ha presentato un’interrogazione che sarà all’ordine del giorno nel prossimo Consiglio per chiedere approfondimenti circa questo immobilismo”, sottolinea il consigliere Sara Martini.
“Venendo al 18”, afferma Zambini, “molti cittadini chiedono di sapere a che punto siamo. Siamo a buon punto visto che la Città metropolitana ha messo in campo i 400.000 euro per la riattivazione della linea. Rimane una priorità anche per il Sindaco? È infatti del tutto evidente che il servizio debba essere cofinanziato dal Comune interessato. Per noi è una priorità, legittimo che non lo sia per Falchi”.
Anche per il centro cittadino va sempre peggio. I negozi chiudono e manca una visione complessiva per il rilancio. “Se la risposta passa per la Fiera di primavera, ‘fresche l’ova’ direbbe qualcuno”, sottolineano dal PD sestese. “Sul centro serve un’idea complessiva che riguarda viabilità, parcheggi e riapertura di luoghi di aggregazione. Anche sulla Ztl il Sindaco continua a non scegliere”.
Oltre al centro, ci sono i quartieri. “Pensiamo a Colonnata, che deve riacquisire vitalità e non diventare un dormitorio. Mercato, acqua e viabilità erano gli impegni presi dal Sindaco. A che punto siamo?”, chiedono dal PD.
“Queste sono solo alcune questioni, l’elenco potrebbe essere molto più lungo”, dice Zambini. “La nostra è e sarà un’opposizione responsabile e concreta, con la speranza che responsabilità e concretezza inizino a caratterizzare presto anche la maggioranza di governo. Sesto non può più aspettare: una città vive di bisogni quotidiani e non solo di slogan sui giornali e di propaganda in Consiglio. Noi siamo disponibili al confronto su tutti i temi che riguardano la nostra città, suggeriamo al Sindaco di non chiudersi nelle sue stanze”.
Sara Martini (PD Sesto) “il Consiglio non può offrire alla città solo il fazioso ordine del giorno del 22 settembre”
Una seduta di Consiglio comunale aperta per approfondire la riforma costituzionale e offrire ai cittadini di Sesto tutti gli strumenti per decidere in vista del referendum del prossimo 4 dicembre. È la proposta presentata dai cinque consiglieri del Partito Democratico al Presidente del Consiglio comunale.
“Nella seduta di Consiglio del 22 settembre scorso abbiamo assistito ad una grave forzatura, con l’approvazione di un ordine del giorno presentato dai gruppi di maggioranza Sinistra Italiana e Per Sesto che sancisce la netta contrarietà del Consiglio comunale di Sesto alla riforma costituzionale. Di fatto, si è trasformato il Consiglio in uno strumento di propaganda referendaria, avvelenando ulteriormente il clima e il dibattito” spiega il consigliere Sara Martini. “Ci siamo fermamente opposti a questo atto, sia sul merito che sul metodo. Il Consiglio è il luogo della rappresentanza di una città intera, che non può accettare contrapposizioni frontali soprattutto quando è in atto in tutto il Paese un confronto aspro e carico di faziosità” ha continuato Martini.
“Chiediamo una seduta di Consiglio straordinaria con ospiti esperti in materia costituzionale, invitati per dare spazio ai contenuti della riforma e alle ragioni del Sì e del No al referendum. In questa fase chiarirsi le idee non solo è cruciale, è anche un dovere civico. Il nostro Consiglio comunale perderebbe davvero un’occasione se non accettasse di farsi carico di questa sfida e si limitasse a offrire alla città solo l’ordine del giorno approvato lo scorso 22 settembre con il dibattito scaturito intorno a quel brutto testo” ha concluso Sara Martini.
Il Consiglio comunale di ieri pomeriggio ha perso una bella occasione. Su l’ordine del giorno riguardante l’aeroporto eravamo ad un centimetro da una posizione comune, larga e condivisa, per risolvere le tante criticità e i tanti problemi che questa opera porta, ma mentre il Sindaco Falchi apriva ad una intesa ampia il capogruppo Guarducci di ‘Per Sesto’ chiudeva la possibilità di mediazione.
“Dispiace che la logica di mettere la ‘bandierina Tar’ nel chiedere alla Regione di non fare ricorso al Consiglio di Stato abbia vinto. Una richiesta che non risolve niente e che chiede alla Regione in modo strumentale di rinunciare a un proprio diritto. Ecco per serietà non partecipiamo alla collezione delle ‘bandierine’” ha dichiarato il capogruppo del PD Sesto Lorenzo Zambini.
Inoltre ieri mattina i sindaci di Calenzano, Carmignano, Poggio a Caiano e Sesto Fiorentino hanno deciso con un atto isolazionista, diffidando il Ministro dell’Ambiente, di percorrere la propria strada ignorando di fatto il tavolo tecnico e politico costituito nel 2015 da nove sindaci dell’area fiorentina e pratese. Tavolo che ha prodotto importanti osservazioni sul progetto dell’aeroporto che il ministero dell’Ambiente ha fatto proprie.
“Anche la ‘bandierina diffida’ ci pare inutile e rischia di compromettere il tavolo politico e tecnico costruito nel tempo. Un amministratore si giudica per i risultati non per i proclami. Gridare nel deserto fa perdere solo la voce. Da dove si riparte? L’idea che ogni Comune vada in ordine sparso ci spaventa. Penso che dopo il pasticcio della diffida al ministero si debba avere la forza e la saggezza di ripartire da subito tutti insieme da quel tavolo politico” hanno concluso Giulia Barducci, Sara Martini e Claudia Pecchioli del PD sestese.
Elezioni
comunali di giugno: per il Pd di Sesto è stata una cocente sconfitta. Vi siete interrogate
sulle ragioni?
Le ragioni sono molteplici e l’analisi è complessa. Siamo convinte che l’esito delle ultime
amministrative abbia radici lontane, difficilmente sintetizzabili in poche righe. Il PD sestese ha
vissuto una profonda spaccatura interna, le cui conseguenze si sono manifestate con tutta
evidenza con le dimissioni della segretaria comunale del PD nel luglio 2015 e con la sfiducia al
Sindaco nei giorni successivi. Le ultime elezioni comunali sono anche un riflesso di questi eventi,
probabilmente non compresi fino in fondo dalla città.
Siamo convinte che sia importante fare luce sulle responsabilità di scelte che hanno indebolito
fortemente negli anni il PD sestese. Responsabilità attribuibili, a nostro avviso, sia a chi è rimasto
nel partito sia a chi ha deciso di andarsene. Per quanto ci riguarda, riconosciamo e ci assumiamo
quelle di chi ha scelto di rimanere nel PD, nella convinzione che il partito debba rimanere, anche
nei momenti più difficili, il “luogo” del confronto, della dialettica, dell’elaborazione politica. Siamo
ancora in attesa di una parola chiara da parte di chi guidava il PD sestese fino allo scorso anno e ha
scelto di rivisitare la propria proposta camuffandola dietro ad un nuovo simbolo.
Detto ciò, l’ultima campagna elettorale ha visto una sinistra divisa, un dibattito monopolizzato e
strumentalizzato intorno al tema del termovalorizzatore, la mancanza di discussione intorno a
tanti temi e ad una visione complessiva sul presente e sul futuro della città. Questi ed altri fattori
hanno determinato il ridimensionamento del consenso nei confronti del PD sestese, che rimane
comunque il primo partito in città. Riguardo l’esito elettorale, vanno poi considerate le dinamiche
proprie del turno di ballottaggio che consegnano al Sindaco eletto un consenso composto da forze
assai eterogenee tra loro, Movimento 5stelle, destre e liste civiche tutte alleate contro il PD.
Le dimissioni di Baldi vi consegnano il ruolo di traghettatrici verso il congresso dell’anno
prossimo. Che partito ereditate?
Ci viene chiesto cosa ereditiamo da Baldi, non abbiamo mai sentito chiedere a Baldi cosa abbia
ereditato da Sanquerin. Noi ci prendiamo la responsabilità del futuro del PD a Sesto, facendo
tesoro del suo patrimonio di storie e competenze e allo stesso tempo cercando di imparare dagli
errori.
Il PD sestese e i suoi numerosi volontari sono impegnati in queste settimane con la Festa de
L’Unità metropolitana con uno stand gestito insieme al PD di Campi Bisenzio. Ci aspettano nelle
prossime settimane importanti passaggi, primo fra tutti quello relativo al referendum
costituzionale. Entreremo presto nel merito della riforma coinvolgendo i cittadini di Sesto e
favorendo la più ampia partecipazione.
Quali sono le mosse che intendete compiere per riorganizzare il partito e riconquistare la
fiducia dei sestesi?
La fiducia si costruisce nel tempo, attraverso la cura dei rapporti e la coerenza delle scelte. Per
quanto ci riguarda, vogliamo concentrarci sui contenuti e avere un rapporto costante con il
territorio e la sua gente. Non porteremo avanti un partito rinchiuso nelle proprie stanze né
relegato a questioni passate e rivendicazioni personali. Ripartiamo dall’ascolto e dal dialogo, a
livello interno e nei confronti della città.
C’è chi accusa il Pd sestese di essere troppo legato alle logiche “fiorentine”, dalla scelta di Sara
Biagiotti come candidato sindaco nel 2014, alle valutazioni su inceneritoretermovalorizzatore
e aeroporto. Cambierà qualcosa?
Questo ritornello delle “logiche fiorentine” è davvero curioso. Lo rispediamo semplicemente al
mittente che forse si è scordato di essere parte di quelle scelte che oggi etichetta come scelte
dettate da Firenze. Ci preme ricordare che la scelta di Sara Biagiotti fu una scelta unitaria e
condivisa all’interno del PD sestese, allora guidato da Camilla Sanquerin, e dall’allora sindaco
uscente Gianni Gianassi. Solita logica è valsa per la questione del termovalorizzatore sul nostro
territorio. Dispiace farla lunga e citare i soliti nomi e cognomi ma ce lo impone la domanda nonché
la presa d’atto di precise responsabilità.
Noi oggi ribadiamo che il tema del ciclo dei rifiuti e del loro smaltimento non può essere affrontato
con superficialità e demagogia: è scandaloso che oggi si continui ad investire in discariche e a
scegliere di portare i nostri rifiuti altrove senza assumersi la responsabilità di governare processi
complessi. Stiamo attraversando una fase di transizione che necessita di essere governata:
servono azioni concrete e non bastano slogan e firme di protocolli apposte in extremis per qualche
voto in più. Venendo all’aeroporto, la nostra criticità sul progetto è nota da tempo, nonostante
faccia spesso comodo dire altro.
Cambierà qualcosa? Fa sorridere la domanda che presuppone che il PD sestese sottostia chissà a
quali logiche. Per noi la “logica” è e sarà quella di credere in una Sesto Fiorentino con una forte
identità, capace però di futuro solo se connessa e integrata con il tessuto di tutta l’area
metropolitana.
Che giudizio date su questi primi mesi dell’amministrazione Falchi?
Sospendiamo un vero e proprio giudizio date le poche settimane dall’inizio del mandato. Siamo in
attesa della convocazione del prossimo Consiglio comunale e le Commissioni consiliari non sono
ancora mai state convocate. Quel che possiamo dire è che Sesto sembra vivere ancora in
campagna elettorale e questo certo non le giova. La questione sugli oneri di urbanizzazione è
emblematica del modo di procedere del Sindaco e della sua Giunta: si fa finta di rinunciarvi (ben
sapendo che si tratta di un atto dovuto e non politicodiscrezionale)
per prendere il titolo di
qualche giornale e il plauso dei comitati per poi dover tornare indietro dicendo che è colpa dei
“poteri forti”. Ma stiamo scherzando? Da Sesto partono lettere indirizzate al sindaco di Firenze,
alla Città metropolitana, ad alcuni parlamentari… è vera collaborazione o solo un modo per
chiedere altrove risposte che il Sindaco Falchi in primis deve dare? Lasciamo al tempo di dare la
risposta, sperando non ci consegni una città più ferma di quanto già non lo sia. Intanto sono sotto
gli occhi di tutti i ritardi nella chiusura di alcuni cantieri e nel ripristino della viabilità ordinaria in
alcune direttrici della città quali ad esempio via Gramsci e viale Michelangelo. E nel periodo estivo
non si è messo mano ad alcun intervento significativo negli edifici scolastici della città. Attendiamo
Sindaco e Giunta all’opera…
Di seguito l’intervista fatta per i Giovani Democratici Toscana da Marco Calzolari, consigliere comunale del PD di Sesto, a Iacopo Melio fondatore della onlus #vorreiprendereiltreno. Quello delle barriere architettoniche è un tema verso il quale la politica dovrebbe prestare la massima attenzione. Il Partito Democratico di Sesto Fiorentino ha sempre posto la massima attenzione al tema della disabilità e della lotta alle barriere architettoniche, sia da un punto di vista amministrativo attraverso l’opera di abbattimento delle barriere, sia da un punto di vista politico attraverso iniziative ed incontri, di cui l’ultimo a maggio proprio con Iacopo Melio, cercando di focalizzare l’attenzione della città e dei cittadini sulle problematiche dei disabili. La questione della sensibilizzazione diventa in particolare cruciale, poiché nonostante l’impegno che le amministrazioni possano mettere nella lotta alle barriere architettoniche è necessario un cambio di passo culturale che permetta di vivere i problemi della disabilità nel suo complesso, perché, per usare le parole di Iacopo “uno scalino si abbatte facilmente con un po’ di cemento e di buona volontà”, ma diventa difficile superare lo scalino di chi si ostina a parcheggiare la macchina nei posti riservati ai disabili o sui marciapiedi ostruendone il passaggio.
Disabilità: siamo tutti direttamente o indirettamente coinvolti. Parola di Iacopo Melio
Intervista a Iacopo Melio
di Marco Calzolari
D: Iacopo, buongiorno! Come stai?
R: Ciao Marco! Piuttosto bene, dai. Periodo molto intenso ma confido nelle vacanze estive!
D: Aspetta, facciamo come fanno le persone serie e andiamo con ordine. Ripartiamo da capo. Chi è Iacopo Melio?
R: Uno studente universitario come tanti, giornalista freelance, che “nel tempo libero” si occupa di attivismo sociale e politico attraverso l’associazione #vorreiprendereiltreno.
D: Te lo avranno chiesto in mille salse e non voglio romperti le scatole già alla terza domanda. Raccontami, però, velocemente come nasce l’esperienza #vorreiprendereiltreno e come da Cerreto Guidi diventa un fenomeno nazionale.
R: Due anni fa scrissi un articolo ironico sulle barriere architettoniche: una sorta di appello alla politica attraverso il quale chiedevo di poter prendere i mezzi pubblici come tutti, non tanto perché fosse un mio diritto ma perché avevo voglia di innamorarmi su un treno. L’articolo ebbe un gran successo mediatico, così ho deciso di non disperdere l’attenzione che si era creata ma di fondare una Onlus, appunto #vorreiprendereiltreno, con l’obiettivo non solo di sensibilizzare ma anche di portare sul territorio dei progetti concreti di inclusione.
D: In tal senso, quali consigli ti senti di dare a un’associazione come quella dei Giovani Democratici? A noi che, come te, non ci rassegniamo all’idea che la realtà che ci circonda debba rimanere così com’è e proviamo a rendere il mondo un posto migliore.
R: Credo che se si ha un buon messaggio da comunicare, e si riesce a trovare il modo giusto per arrivare alle persone, i risultati prima o poi si ottengono: l’indifferenza non è mai eterna. A prescindere da tutto e da tutti, è fondamentale portare avanti le proprie idee, per principio, e oggi più che mai c’è bisogno di determinazione e di “punti fermi”, in uno scenario politico e sociale in continuo mutamento. Non fatevi trascinare dalla negatività, c’è tanto da fare e dobbiamo pur iniziare da qualcosa.
D: A livello personale, invece, cosa vuol dire per un ragazzo di 24 anni diventare portavoce di una battaglia così grande? Con gli onori, ma anche gli oneri del caso. Insomma, come è cambiata la tua vita?
R: Sicuramente un impegno enorme che ha completamente assorbito non solo il mio tempo libero, ma anche il tempo del mio “dovere” (studio e lavoro). Non so quanto durerà questa avventura, credo però che come ogni occasione nata per caso sia doveroso sfruttarla a pieno e dedicarci anima e corpo: non si tratta della battaglia di Iacopo, ma di chiunque. Perché un Paese più accessibile è un Paese migliore per tutti. Per questo credo sia importante metterci tutto l’impegno possibile, vista la responsabilità, e se questo significa laurearsi un anno o due di ritardo…pazienza. Ciò che stiamo facendo ogni giorno e le soddisfazioni che arrivano da parte delle persone che credono in #vorreiprendereiltreno ripaga di ogni sforzo.
D: E a livello personale che consiglio dai a un ragazzo di 24 anni come te che milita nei Giovani Democratici?
R: Di inseguire sempre e solo le proprie idee e i propri sogni, senza lasciarsi condizionare da niente. Questo momento di “crisi” è una vera e propria fortuna: non esiste più una strada certa e sicura, tanto vale quindi percorrere quella che più ci piace e sentiamo nostra, per potersi esprimere e realizzare al meglio.
D: Entriamo, però, nel vivo dell’intervista. Se apriamo la scatola #vorreiprendereiltreno quali battaglie ci troviamo dentro? Quali sono quelle barriere, architettoniche ma non solo, che dobbiamo ancora abbattere?
R: Sicuramente quelle più dure sono quelle sociali e culturali: come dico sempre, uno scalino lo si abbatte facilmente con un po’ di cemento e di buona volontà, ma la superficialità di chi lascia la macchina sui marciapiedi o nei posti riservati ai disabili, senza averne l’autorizzazione, è un vero e proprio scoglio duro da eliminare. C’è bisogno in questo senso di educare le persone, di metterle nei panni degli altri e di farli ragionare sulla questione “disabilità” a 360 gradi, uscendo dalla logica che certe problematiche tocchino solamente un numero ristretto di persone, dato che siamo tutti direttamente o indirettamente coinvolti.
D: Molti ragazzi iscritti ai Giovani Democratici ricoprono incarichi istituzionali, da quello di consigliere di quartiere a quello di parlamentare europeo. Giustamente dici che tutti dobbiamo sentirci coinvolti nel ricercare una soluzione alla questione delle barriere. Come, però, le istituzioni possono aiutare ad abbattere queste barriere e migliorare la qualità della vita delle persone con una disabilità?
R: Le Istituzioni sono l’unico vero strumento in grado di cambiare le cose, perché hanno il potere materiale e concreto per farlo. Noi, come associazione o attivisti, possiamo esprimere tutti i disagi che vogliamo, ma se nessuno prende a carico i problemi resterà tutto invariato. Le Istituzioni, in questo senso, hanno il compito di “mappare” le esigenze dei cittadini, farne una sorta di classifica (per quanto possibile) in base alla priorità dell’intervento, e pian piano eliminare quelli che sono gli ostacoli, non solo materiali, che impediscono la piena realizzazione dei cittadini (ad esempio, con servizi di assistenza alla persona).
D: Da questo punto di vista, con l’approvazione della legge sul “dopo di noi” ma anche con la proposta di “legalizzazione della cannabis” (che probabilmente agevolerebbe anche l’uso a scopo terapeutico), il 2016 può essere considerato un anno fortunato per i disabili?
R: Sicuramente si è aperto uno scenario importante che mi auguro vivamente non resti sul piano mediatico, di pura propaganda. È ancora presto per essere felici ed esultare, c’è ancora tantissimo da fare e siamo solo ad una fase embrionale di un disegno di legge che renda veramente libero il cittadino di “scegliere”: se non altro, però, è iniziato un discorso più concreto, un ragionamento, una presa in considerazione del problema. Non è poco. Si poteva fare prima? Assolutamente, si sarebbe dovuto. Ma a me piace guardare avanti, e spero che queste premesse trovino al più presto una loro concretezza.
D: Ovviamente non si esauriscono qui le possibili misure che migliorerebbero la vita di chi convive tutti i giorni con una disabilità. Hai qualche consiglio da dare?
R: Il progetto Vita Indipendente va assolutamente reso più stabile. Dobbiamo garantire ai cittadini disabili un aiuto economico mensile, chiaro e gestibile in maniera autonoma, attraverso il quale poter assumere liberamente un assistente domiciliare per poter vivere da soli e trovare una propria dimensione di autonomia. D’altra parte il problema principale oggi è quello economico: chi ha i soldi, può comprarsi anche la libertà, tutti gli altri no.
D: Tornando invece all’associazione. Quali sono le prossime battaglie di #vorreiprendereiltreno?
R: Stiamo organizzando insieme alla Regione Toscana l’assemblea regionale sulla disabilità, occasione di grande orgoglio per noi, che si terrà il 15 Settembre alla Fortezza di Firenze. Continueremo poi i nostri soliti incontri di sensibilizzazione per gli ultimi mesi del 2016, dalle scuole a convegni e conferenze. C’è in ballo la pubblicazione di un libro con racconti che ci hanno inviato le persone che ci seguono. E poi torniamo a realizzare altre edizioni de “La Skarrozzata”, compreso il 24 Settembre a Castelfranco di Sotto…insomma, il calendario (fortunatamente) è in continuo aggiornamento e per adesso le cose da fare non mancano! Senza contare che da Settembre inizieremo a distribuire le prime rampe che abbiamo deciso di donare con il progetto “Superiamo lo scalino” agli esercizi commerciali della mia zona (Empolese Valdelsa). Partiremo con dieci negozi ma speriamo di triplicare nel giro di poco!
D: Ah, un bel po’ di progetti in cantiere. Mi segno le date sul calendario e vedrai che come Giovani Democratici Toscana non mancheremo.
R: Ci conto! Più siamo, come sempre, e più ci si diverte.
D: Allora, niente, grazie mille della piacevole chiacchierata. A presto!
R: Grazie a te Marco! Ci vediamo in facoltà, magari, visto che studiamo a “due passi”…
D: Ah, un’ultima domanda. Nella tua presentazione sul sito di #vorreiprendereiltreno dici che trovi «almeno dieci motivi ogni giorno per innamorarsi di qualcosa: donne, uomini, bambini, sguardi, sorrisi, paesaggi, canzoni, profumi, ricordi, ideali…». Oggi di cosa ti sei innamorato?
R: Di un piatto di panzerotti al pomodoro e prosciutto cotto, buonissimo, che ho mangiato a pranzo!
Zambini (Pd Sesto): “Inceneritore e aeroporto, non servono commissioni speciali: il Sindaco sappia governare il suo no”
“E’ tempo di passare dalle promesse ai fatti e governare con serietà. La commissione speciale grandi opere? Il Sindaco ha già tutti gli strumenti che servono. Le commissioni e i luoghi di discussione esistono di già, ora è il tempo di governare la città per il bene di tutti”.
Lorenzo Zambini, Capogruppo del Pd di Sesto Fiorentino, commenta così la proposta formulata dal neo sindaco Falchi nel corso del Consiglio comunale di insediamento.
“La gravità dei fatti accaduti ieri a Sesto Fiorentino impone interventi immediati dell’amministrazione comunale, per fare chiarezza sull’accaduto e evitare che possano esplodere nuovamente tensioni e violenze”.
Il Pd di Sesto Fiorentino esprime preoccupazione per i disordini scoppiati ieri sera all’Osmannoro, a seguito di un controllo di Asl e Forze dell’Ordine in un’azienda gestita da cinesi.
“Il sindaco Lorenzo Falchi – prosegue la nota del Pd sestese – apra immediatamente un confronto che coinvolga i responsabili della attività produttive e della comunità cinese, da sempre attenti e disponibili al dialogo e alla collaborazione con le istituzioni locali, perché anche in una zona di confine come è divenuta quella dell’Osmannoro diritti e doveri devono camminare di pari passo e l’amministrazione cittadina deve promuovere l’integrazione fra comunità, ma anche essere garante del rispetto della legalità da parte di tutti”.
Un richiamo forte arriva anche per l’applicazione delle normative regionali e perché il Comune svolga un ruolo di cerniera e coordinamento fra territorio e istituzioni.
“Il Piano strategico 2016 – 2020 della Regione Toscana per la sicurezza del lavoro – spiegano dal Pd – offre una risposta organica e di lungo periodo al problema della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, ma è necessario che l’Amministrazione comunale di Sesto Fiorentino si adoperi, di concerto con tutti i livelli istituzioni, per fare chiarezza sulle vicende scoppiate ieri e ricercare soluzioni che non siano dettate da improvvisazione e estemporaneità. Il rispetto della legalità e delle regole deve essere la bussola che orienta le azioni di governo sul territorio e non sono ammissibili zone franche, perché anche e soprattutto da qui passa l’integrazione della numerosa comunità cinese che abita e lavora a Sesto Fiorentino. Su sicurezza, ambiente e tasse non si possono sono consentite zone d’ombra”.
Attenzione massima, quindi al rispetto dei diritti, ma anche dei doveri.
“Siamo convinti che il riconoscimento dei diritti e della dignità della persona debba andare sempre di passo con quello dei doveri – concludono dal Pd di Sesto Fiorentino – , da parte dei singoli e dell’intera comunità. Auspichiamo per questo che sia fatta chiarezza in tempi rapidi su quanto accaduto e vigileremo sull’operato dell’Amministrazione comunale in una zona delicata e complessa ma al tempo stesso assai significativa per lo sviluppo umano, sociale ed economico dell’intera città di Sesto”.