A febbraio tutto il Pd Sesto e il gruppo consiliare hanno inviato una lettera al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini sulla questione Museo di Doccia.
“In quella lettera scrivevamo: ‘crediamo fortemente che il Museo di Doccia sia patrimonio della collettività, un patrimonio che rappresenta nel mondo la cultura, il lavoro e l’identità di un Comune come Sesto Fiorentino e dell’Italia intera. L’acquisizione da parte dello Stato sarebbe un fatto di straordinaria importanza e rappresenterebbe un coronamento per l’identità culturale di tutti noi’ ci fa piacere vedere che il Ministero stia lavorando con forza in questo senso” hanno dichiarato Giulia Barducci, Sara Martini, Claudia Pecchioli e Lorenzo Zambini.
“E’ una ottima notizia la volontà da parte del Ministro Franceschini di voler acquisire il Museo di Doccia, così come è un’ottima notizia la volontà della Regione Toscana di voler fare la sua parte in questo percorso. In questi mesi diverse iniziative sono state portate avanti a Sesto Fiorentino sulla questione Ginori nel suo complesso: da l’Odg presentato in Consiglio comunale da tutti i gruppi consiliari, alla manifestazione per le strade di Sesto, al forte sostegno e rilancio dell’appello promosso dai sindacati e dalle Rsu della Richard Ginori” hanno continuato dal PD sestese.
“La nostra preoccupazione rimane la questione acquisizione dei terreni. Va chiuso l’accordo il più presto possibile in modo da consentire all’azienza di investire, attuare il piano industriale e mettere in moto quel percorso virtuoso che coinvolge fabbrica e museo dando certezze, prospettive e progettualità al territorio e ai lavoratori. Bene che la Regione coinvolga su questa faccenda il Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda” hanno concluso dal Pd Sesto.
Si è svolta ieri sera al Circolo ACLI di Quinto Basso la prima e importante tappa del percorso congressuale del Partito Democratico a Sesto Fiorentino.
“Un congresso di partito è un luogo di partecipazione, di riflessione condivisa, a partire dall’ascolto reciproco. Per questo abbiamo deciso di aprire il congresso con una serata aperta e in dialogo con la città per non ridurre tutto alla sola discussione interna. Un ringraziamento alla ricchezza di interventi che sono arrivati dalle istituzioni, le forze politiche, sindacali, economiche e associative della città” hanno dichiarato Giulia Barducci, Claudia Pecchioli, Sara Martini e Lorenzo Zambini.
“Abbiamo voluto aprire il Congresso con le parole di Alfredo Reichlin. Parole di un gappista, partigiano, allievo di Togliatti, dirigente del Pci, direttore de l’Unità e di ‘Rinascita’, una delle figure più autorevoli della politica italiana. Parole pronunciate pochi giorni fa: ‘La sinistra rischia di restare sotto le macerie. Non possiamo consentirlo. Non si tratta di un interesse di parte ma della tenuta del sistema democratico e della possibilità che questo resti aperto, agibile dalle nuove generazioni’. Parole che sono uno stimolo enorme per chi si impegna quotidianamente nella politica” hanno continuato.
La serata ha visto la partecipazione di tanti iscritti del partito sestese e di tanti ospiti: sono intervenuti l’assessore Massimiliano Kalmeta, a nome dell’Amministrazione comunale, Maurizio Quercioli per Sesto Bene Comune, Nino Di Matteo per il Partito Socialista, Francesco Romolini di Sinistra Italiana, Andrea Guarducci di PerSesto, Riccardo Baronti di Sesto Siamo Noi, Fabrizio Muscas di Sesto Civica e i saluti di Mariolina Tauriello di Forza Italia.
Hanno poi portato un contributo alla discussione Paolo Aglietti della CGIL, Giovanni Ronchi della CISL, Paolo Gori di Confartigianato e i saluti di Marcello Gori di CNA, Renzo Modesti della CIA e Mario Cinelli di Confesercenti.
Durante la seconda parte della serata sono state presentate le tre mozioni congressuali: Cecilia Pezza per la mozione Orlando, Paolo Bambagioni per la mozione Emiliano e Eugenio Giani per la mozione Renzi.
Durante la discussione delle mozioni congressuali sono emerse buone notizie per quanto riguarda il Museo di Doccia. “Siamo felici delle conferme, che sono arrivate durante la discussione, sul Museo di Doccia. Come Pd sestese ci siamo occupati molto su questa questione sia pubblicamente che non. Il Ministro Franceschini sta lavorando sulla questione Museo di Doccia e a brevissimo arriveranno buone notizie” hanno specificato dal Pd sestese.
“Questo congresso arriva a dieci anni dalla nascita del PD e può costituire davvero un momento opportuno per una verifica profonda del cammino percorso e di quello da compiere. Lavoriamo per un partito aperto, uno spazio concreto di dialogo costruttivo e propositivo; un laboratorio di idee e di progetti, in cui le diverse storie politiche, culturali e umane che sono venute a formarlo diventano fattore di arricchimento e fecondazione reciproca; un soggetto politico che si propone di affrontare le radicali trasformazioni in atto in Italia, in Europa e nel mondo” hanno concluso.
Ora il Congresso prosegue nei circoli del Pd sestese: l’appuntamento è per venerdì 24 e sabato 25 marzo per i circoli di Colonnata e Cercina e per venerdì 31 marzo e sabato 1 aprile per i circoli Centro, Querceto, Sud Ferrovia e Quinto.
È in corso la raccolta firme, indetta dalle Organizzazioni sindacali e dalle Rsu della Richard Ginori 1735, per salvare la manifattura e il museo Ginori. La reggenza e i consiglieri comunali Pd hanno già sottoscritto l’appello. Puoi firmare anche tu direttamente online, cliccando su questo link:
Qui di seguito, il testo integrale dell’appello:
“In questi mesi abbiamo seguito intensamente due vicende tra loro intrecciate.
Da una parte la vicenda dell’Antico Museo di Doccia che ha visto, assieme ad aste deserte, un grande e generoso attivismo di tantissimi soggetti affinché venisse riaperto ai cittadini. Dall’altra le puntate di una sfibrante trattativa tra l’azienda Richard Ginori e Unicredit, BNL e Popolare di Vicenza, ovvero i creditori che possiedono il terreno dove sorge la manifattura, che sta arrivando alla stretta definitiva perché determinerà la permanenza o meno dello stabilimento a Sesto Fiorentino e nell’aria adiacente al Museo.
Qualcuno prima di noi ha usato la locuzione “I have a dream” per manifestare cosa tenesse unita una comunità nella sua battaglia di civiltà. Anche noi, più modestamente, in un tempo in cui le comunità si frantumano e le battaglie che le uniscono appaiono sepolte dal rancore, anche noi, abbiamo un piccolo sogno.
Più modestamente, ma con la stessa intensità civile, un sogno ci unisce.
Vorremmo vedere nei prossimi mesi la fabbrica Ginori su un terreno di sua proprietà intraprendere gli investimenti annunciati e, accanto, il Museo di Doccia riaperto che accoglie visitatori.
Vorremmo che l’opera delle donne e degli uomini, che sono intenti a tenere viva la tradizione che ha accompagnato Sesto Fiorentino nella sua storia, non fosse mortificata. Che la sirena “del Ginori”, che scandisce il lavoro, continui a scandire il tempo della comunità sestese come campana laica del tempo delle opere dell’uomo, e che il Museo riapra i battenti a testimoniare cosa il sapere e il lavoro di questa comunità hanno saputo lasciare e possono ancora lasciare di sublime all’umanità. Uno accanto all’altro perché sono due facce della stessa medaglia. Uno accanto all’altro, perché il museo sarebbe incredibilmente più ricco di fascino e di possibilità di rilancio e sviluppo se se ospitasse le iniziative di un percorso ancora non interrotto e vivo della manifattura; la manifattura perché il marchio, che le è legato, sarebbe sensibilmente più forte per la storia che immediatamente racconterebbe con i propri prodotti sul mercato.
Scusate la semplicità. Noi ragioniamo con la semplicità e la linearità che le questioni di bene comune richiedono. In queste due vicende della collocazione della fabbrica e della riapertura del museo abbiamo vari attori.
Una azienda, dei creditori, dei lavoratori, le realtà del territorio attive per la rinascita del museo, i cittadini sestesi. Per tutti questi soggetti che la fabbrica rimanga dove è oggi e il museo riapra dovrebbe essere l’unico scenario conveniente. Per l’azienda significherebbe acquisire i terreni e far rimanere la fabbricazione nel territorio di Sesto Fiorentino per massimizzare il valore che il marchio trarrebbe dal legame con la sua storia. Per i lavoratori significherebbe la permanenza definitiva della fabbrica lì dove è, consentendo di vedere attuati quegli investimenti strutturali indispensabili al rilancio e a ridare sicurezza per il proprio futuro. Per gli istituti di credito significherebbe realizzare il recupero parziale di un credito che altrimenti non realizzeranno mai per un area ad uso industriale. Per tutti i soggetti che si battono per la riapertura del museo consoliderebbe in maniera chiara la prospettiva di una riapertura di un museo vivificato e unico al mondo perché prossimo alla fabbrica. Per i cittadini sestesi significherebbe non vedersi strappare, non solo un simbolo orgoglioso della propria storia, ma una possibilità di sviluppo lavoro e cultura nel loro territorio.
Noi ragioniamo con semplicità. Ma altre logiche, a parte quelle citate, non sono comprensibili, non sono ammissibili.
Non rientrano in ciò che i soggetti citati possono legittimamente perseguire.
La fabbrica deve restare lì dove è oggi, il museo deve riaprire lì dove è oggi. Chiediamo a tutti di contribuire a questo disegno organico per la propria parte.
Questa è il nostro piccolo sogno, la nostra piccola, ma preziosa battaglia di civiltà. In guardia chi pensi di far valere logiche e interessi scritti sulla carta e non sui valori reali delle cose. Valori certo economici, ma anche culturali e morali”
Nel Consiglio comunale di domani il Partito Democratico presenterà una mozione per ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità dell’aria a Sesto Fiorentino. Chiederà infatti all’amministrazione di aggiornare il PAC, il Piano di Azione Comunale per la qualità dell’aria.
“Il PAC è uno strumento di fondamentale importanza a disposizione dei Comuni per la riduzione dell’inquinamento atmosferico e, quindi, per un miglioramento della qualità dell’aria sul proprio territorio”, afferma il consigliere comunale PD e firmatario della mozione, Marco Calzolari. “Per questo ho ritenuto necessario chiedere all’amministrazione comunale un suo aggiornamento, visto che l’ultimo PAC approvato dal Comune di Sesto è stato fatto nel novembre 2014 e aveva come periodo di riferimento il biennio 2014-2016”.
“In campagna elettorale abbiamo posto più volte la nostra attenzione sul tema della qualità dell’aria nella nostra città, evidenziando come siano indispensabili interventi strutturali volti a ridurre l’inquinamento prodotto in particolar modo dal traffico e dagli impianti di riscaldamento”, continua il capogruppo PD Lorenzo Zambini. “Con questa mozione andiamo a tradurre in un atto concreto quello che dicevamo. Pochi slogan e tanto lavoro: questo è il nostro modo di intendere la politica”, evidenziano Calzolari e Zambini.
“Nella mozione chiederò, inoltre, al Sindaco di attivare una campagna informativa e di sensibilizzazione sul tema, perché credo che rispetto ad argomenti come questo sia fondamentale che tutti i cittadini siano consapevoli di quali sono le buone pratiche che anche individualmente possono mettere in atto», continua Calzolari. «Mi auguro, perciò, che la mozione venga approvata da tutti i gruppi consiliari e che siano lasciati da parte i tatticismi. Ne va del bene della nostra comunità”
Ieri abbiamo impegnato il Sindaco Falchi e la Giunta a portare almeno una volta al mese un mercato a Colonnata. La nostra proposta è stata emendata e votata all’unanimità in Consiglio comunale.
“Il mercato a Colonnata è un punto di partenza per riportare socialità e vitalità nella zona. Un mercato che deve essere messo in grado di funzionare con tempi e modi da condividere con i diversi attori in campo. Così come ci deve essere l’impegno a portare e incrementare iniziative e attività che possano rianimare il quartiere” ha dichiarato Michele Adamo, consigliere PD che ha presentato la mozione.
“Oggi più che mai serve uno sforzo per rendere tutte le zone di Sesto Fiorentino vive e vissute. Ci tenevamo molto e il mercato a Colonnata è un piccolo passo in questa direzione. Ovviamente in gioco dovranno entrare anche altri fattori come la viabilità della zona e l’aumento di attività e di occasioni culturali e di socialità” ha concluso il Capogruppo PD, Lorenzo Zambini.
“Lo diciamo sottovoce per non turbare nessuno ma il Sindaco Falchi ha riconfermato il fantomatico disavanzo dell’amministrazione Biagiotti. Il Comune di Sesto parte con meno 534.826,12 euro all’anno fino al 2044. Lo dicemmo nel 2015 con tutti i polveroni del caso e oggi il disavanzo è ancora qua, altro che fantasmi” hanno dichiarato il capogruppo Pd Lorenzo Zambini e la consigliera Sara Martini commentando il Bilancio preventivo 2017 dell’Amministrazione sestese.
“Nel bilancio spiccano i milioni del bando Periferie. Lo sappiamo che siamo in epoca di post verità, ma ogni tanto la verità va detta e in questo caso ci vorrebbero tre grazie a istituzioni a guida Pd. Uno al Governo per il Bando, uno alla Città metropolitana che ha coordinato il lavoro e uno ai progetti che il Sindaco si è trovato pronti nel cassetto, il cassetto era quello della giunta Biagiotti. Noi siamo felici di questi 3 milioni di euro per la manutenzione straordinaria delle scuole Balducci, Cavalcanti e De Amicis, insieme al milione sulla pista ciclabile. Una bella cosa per Sesto, oltre ogni colore politico” hanno continuato Zambini e Martini.
“Invece la cosa che ci preoccupa molto sono i tagli sulla spesa corrente. – 7,8% sul sociale, – 11,8% sulla cultura, – 19,91% su mobilità e trasporti e – 6,2 sulla scuola. Cala quasi di 200.000 euro la spesa corrente per l’ambiente e di circa 60.000 euro sulla sicurezza, in più l’amministrazione Falchi si permette di perdere pure i soldi dei bandi regionali come quello sulla video sorveglianza” ha sottolineato Sara Martini.
“Sul versante entrate c’è una cifra che certifica che il Comune di Sesto è diventata la più grande industria di multe del territorio. Previsti 5 milioni di euro di multe da incassare, praticamente la somma delle multe dei comuni di Scandicci, Calenzano, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa, Bagno a Ripoli e mettiamoci anche Fiesole. Tutto legittimo, ma un bilancio non si può fare con le multe” ha commentato Zambini.
“Nonostante tutto questo il Collegio dei Revisori dei Conti ha sottolineato che l’equilibrio è dato da entrate non considerate ricorrenti, come le multe appunto, e quindi invita l’Amministrazione a fare una verifica il 31.05.2017 e ribadiscono di fare un’analisi delle spese correnti al fine di individuare economie di carattere strutturale, insomma più che un bilancio uno sbilancio” hanno concluso Zambini e Martini.
“La questione del sequestro dei manufatti abusivi nell’area di proprietà comunale in cui si trova da alcuni mesi il Presidio dei comitati no aeroporto e no inceneritore, sta assumendo i contorni di un “giallo” a più puntate”, afferma Sara Martini.
Prima puntata. Due mesi fa, pochi giorni dopo il sopralluogo del 22 novembre 2016 da parte del Corpo forestale dello Stato e il successivo sequestro dei manufatti abusivi realizzati in via Lungo Gavine all’Osmannoro, il gruppo consiliare PD presentò al Sindaco una domanda di attualità in Consiglio comunale. La risposta del primo cittadino fu disarmante: il Sindaco affermò infatti che prima della comunicazione del sequestro non era a conoscenza della irregolarità delle strutture costruite in tale area.
Il Sindaco avrebbe così ammesso di non avere il controllo del territorio, inconsapevole di ciò che accade intorno a lui: insomma, ci è voluto il sequestro per far capire al Sindaco che non aveva autorizzato le strutture nell’area del presidio.
Seconda puntata. Oggi, a distanza di qualche settimana dal sequestro, alcuni cittadini denunciano che i sigilli non ci sono più e l’area del presidio risulta alterata. E il Sindaco? Il Sindaco, tra l’altro custode giudiziario dell’area per nomina della Procura, afferma che tale alterazione è dovuta al vento forte dei giorni scorsi che avrebbe fatto volare cartelli e sigilli.
“Ma il Sindaco Falchi vigila o inventa storie? Quale sarà la terza puntata della serie?
Da parte nostra – afferma ancora Martini – non ci divertiamo ad ascoltare simili affermazioni. Piuttosto, siamo costernati perché viene offesa l’intelligenza dei cittadini sestesi, che chiedono risposte certe e puntuali a tutela della legalità sul territorio comunale. Per dilettarsi con i gialli ci sono certamente letture migliori“.