Stasera ore 20.35 Telegram su Tele Iride, conduce Alessio Poggioni, ospiti Lorenzo Zambini e Sandra Nistri Giornalista della Nazione.
Domattina alle 7.45 sarà ospite della Rassegna stampa su Italia 7
“Saremo in mezzo ai sestesi, per ascoltarli e affrontare con serietà i problemi con cui si misurano quotidianamente. Troppo facile cavalcare i populismi o spararle grosse in campagna elettorale per guadagnare un voto in più. E’ una cosa che non ci interessa, il nostro obiettivo è dare una prospettiva di governo concreta e stabile alla nostra città”.
Ascolto, confronto e dialogo aperto con i cittadini, è questa la ricetta di Lorenzo Zambini, 38 anni, esponente del Pd, che si è imposto nettamente nelle primarie di coalizione di Centrosinistra a Sesto Fiorentino, a cui hanno partecipato, oltre ai Democratici, anche il Partito Socialista, l’Italia dei Valori, e le liste civiche Sesto siamo noi e Sesto Civica.
La presentazione ufficiale questa mattina, nella sede del Pd in piazza Ginori, a cui hanno preso parte i due sfidanti, Ernesto Appella per Sesto Civica e Domenico Camardo dell’Idv, insieme con i rappresentanti delle varie forze politiche, Alessandro Baldi, segretario del Pd di Sesto, Fabrizio Muscas di Sesto civica, Riccardo Baronti di Sesto siamo noi e Claudio Damilano del Partito Socialista.
“Queste primarie – ha spiegato Zambini – sono un fatto inedito per Sesto. Siamo riusciti a organizzarle in tre settimane, riportando la politica in mezzo ai cittadini e segnando così una forte discontinuità con quello che era diventato il Pd. Siamo tornati ad aprirci e ad ascoltare le persone e per questo devo dire grazie a tutta la coalizione e ai miei due sfidanti, oltre che ai tanti volontari”.
“Abbiamo fatto un pezzo di cammino – riconosce Zambini -, ora ci attende la grande sfida della campagna elettorale, che spero sia caratterizzata da un confronto aperto e onesto, come merita la nostra città. I temi in campo sono tanti. Io sono partito dal centro cittadino, come elemento per ritrovare la nostra identità, attraverso il recupero del Palazzo Pretorio e dell’ex Polisportiva. Oggi abbiamo di fronte un centro che è stato svuotato dalle politiche degli ultimi anni, dobbiamo invertire questa tendenza, riportandovi funzioni e momenti di socialità e aggregazione, per dare respiro al commercio, ma anche per ridare sicurezza alle nostre strade e combattere il degrado. Un intervento che deve estendersi a tutti i quartieri, rivitalizzandone i luoghi più simbolici. Ci sarà la grande sfida della mobilità, con il trasporto pubblico che deve servire tutta la città e la tranvia, il ruolo di Sesto nella città metropolitana, e anche le grandi problematiche infrastrutturali. Non ci nasconderemo, affronteremo i problemi a viso aperto e con il linguaggio della sincerità, ascoltando i sestesi. Saremo dove i cittadini hanno bisogno, per disegnare insieme la Sesto del prossimo decennio”.
Il rappresentante di Pd, Socialisti e Sesto Siamo noi si impone con l’88% dei voti
Il Centrosinistra di Sesto Fiorentino ha il suo candidato sindaco. E’ Lorenzo Zambini, 38 anni, esponente del Pd e sostenuto in queste primarie anche da Partito Socialista e dalla lista Sesto siamo noi, che ha vinto le primarie di coalizione con 1.691 voti, pari all’88% delle schede valide.
I voti espressi, sabato 2 e domenica 3 aprile nei 10 seggi aperti a Sesto Fiorentino, sono stati complessivamente 1.936, con 14 schede bianche e nulle. Gli altri candidati Ernesto Appella, sostenuto dalla lista Sesto Civica, ha ottenuto 211 voti, pari all’11 %, mentre Domenico Camardo dell’Italia dei valori, ha ottenuto 20 preferenze, pari all’1%.
Una prima storica per il Centrosinistra di Sesto Fiorentino, dove non si erano mai tenute le primarie per la scelta del candidato sindaco. La coalizione che sosterrà il Lorenzo Zambini, attuale presidente dell’assemblea del Pd di Sesto, sarà composta, oltre che dal Partito Democratico, da Partito Socialista, Italia dei Valori e dalle liste civiche Sesto siamo noi e Sesto Civica (composto da Movimento Sesto 2014, Laboratorio Italia e Scelta Civica).
“E’ un ottimo risultato – riconosce Lorenzo Zambini -, le primarie sono state una scelta inedita per Sesto, ma fondamentali e naturali per un partito che abbiamo ricostruito su principi di pluralità e apertura. I sestesi hanno capito, scegliendo di essere protagonisti a questa festa della partecipazione politica. Un grande ringraziamento ai volontari che hanno permesso tutto questo”.
“E’ stata una vera primavera di democrazia – ha spiegato Alessandro Baldi, segretario del Pd di Sesto Fiorentino -, con tanti cittadini che si sono espressi per decidere il candidato sindaco del Centrosinistra. Dobbiamo dire grazie a chi ancora coniuga la parola democrazia con partecipazione e agli oltre cento volontari che in questi due giorni ci hanno permesso di tenere aperti i 10 seggi allestiti sul territorio”.
“La volontà di creare a Villa Ragionieri un “Polo per la salute della donna” è una scelta importante e positiva, ma è essenziale anche tutelare l’occupazione dei dipendenti della vecchia struttura del Centro oncologico”.
Lorenzo Zambini, candidato del Pd, con il sostegno di Partito Socialista e Popolari per Sesto, alle primarie del Centro-sinistra di Sesto Fiorentino, interviene sulla vicenda di Villa Ragionieri, rivolgendo un appello alla Regione Toscana per la salvaguardia dei 150 dipendenti della struttura.
“L’intervento previsto su Villa Ragionieri che– spiega Zambini –, con la nascita di un polo sanitario di assoluta eccellenza a Sesto Fiorentino, in cui si concentreranno le attività di cura oncologica per la donna di Careggi e delle Asl di Firenze e Prato, non può che essere accolto con un plauso. Questo però non può trasformarsi in un salto nel buio per i dipendenti dell’attuale struttura e per questo siamo in stretto contatto con la consigliera regionale del Pd, Monia Monni, eletta nella nostra circoscrizione, e confidiamo che l’assessore regionale alla sanità, Stefania Saccardi, riuscirà a trovare una soluzione positiva ed è sicuramente importante l’incontro già fissato con i sindacati per venerdì 8 aprile”.
“Non è accettabile che una parte consistente del territorio di Sesto Fiorentino, in particolare Colonnata e Querceto, siano completamente esclusi dal trasporto pubblico. Un disservizio grave per i cittadini, ma anche un ostacolo alla creazione di una efficiente rete di trasporti, interconnessa su scala metropolitana e basata su tranvia, treno e autobus, che rappresenta il primo passo per una concreta riduzione dell’inquinamento atmosferico”.
Lorenzo Zambini, candidato del Pd, con il sostegno di Partito Socialista e Popolari per Sesto, alle primarie del Centro-sinistra di Sesto Fiorentino, rilancia l’obiettivo di una mobilità sostenibile incentrata su un trasporto pubblico efficiente, come unico intervento in grado di incidere concretamente sulla qualità dell’aria e di migliorare anche i servizi offerti ai cittadini, con standard paragonabili a quelli di una città europea.
“La gara unica per il trasporto pubblico locale bandita dalla Regione Toscana – spiega Zambini – è in fase di aggiudicazione. Il primo periodo di verifica effettiva sarà il momento determinante per mettere a punto il servizio e noi chiederemo che siano immediatamente ripristinate le linee trasversali di collegamento, quelle che collegavano la parte Nord di Sesto, in particolare le zone di Querceto e Colonnata, con l’area di Careggi. E’ comprensibile che in un momento particolare di crisi si pensi di ottimizzare la gestione dei servizi e ridurre gli sprechi, ma questo non può in nessun modo andare a incidere su servizi che consideriamo essenziali o creare cittadini di serie A e di serie B. Per supplire in modo temporaneo a questa carenza, si può ipotizzare lo spostamento della linea extraurbana Sita lungo via Cafiero, riallacciando la zona alta di Sesto con Firenze e portando benefici ai residenti nelle zone del centro, che subiscono disagi per l’attraversamento dei pullman. Si tratterebbe comunque di un intervento tampone, perché l’unica soluzione veramente accettabile deve venire da un confronto con la Regione in cui si ridisegni il trasporto pubblico a Sesto Fiorentino, avendo al centro le esigenze dei cittadini”.
“Il nostro futuro è una città amica della bicicletta e sullo sviluppo della mobilità sostenibile si gioca la sfida per abbattere concretamente l’inquinamento. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di portare a termine una rete di ciclabili in grado di collegare Firenze, Sesto, Campi e Calenzano, senza soluzione di continuità, in un’ottica di rete metropolitana, e di valutare soluzioni per armonizzare la convivenza di pedoni, ciclisti e automobili in ottica europea. La biciletta deve essere il mezzo della quotidianità”.
Lorenzo Zambini, candidato del Pd, con il sostegno di Partito Socialista e Popolari per Sesto, alle primarie del Centro-sinistra di Sesto Fiorentino, rilancia l’obiettivo della mobilità sostenibile, integrata con il trasporto pubblico locale, come uno degli elementi caratterizzanti del suo programma.
“Si tratta di completare un percorso ciclabile di circa 8 chilometri – spiega Zambini – per collegare i comuni di Firenze, Sesto, Campi e Calenzano. Ci sono già i progetti, dobbiamo riattivare i finanziamenti regionali per collegare compiutamente via delle Due Case con via Pasolini e via dell’Osmannoro, con la penetrazione nel parco della Piana sino a Campi, prevedendo anche un paio di percorsi di attraversamento, all’altezza del Neto e della zona di San Lorenzo. Nella città di Alfredo Martini, simbolo internazionale delle due ruote, abbiamo il dovere di favorire l’uso della bicicletta nella quotidianità, rendendo sempre più sicure le nostre strade e per questo stiamo lavorando a un’idea anche di più ampio respiro in una logica realmente europea di mobilità”.
“Una trasformazione bike-friendly – conclude Zambini – inserita in un’idea complessiva di mobilità che stiamo sviluppando ulteriormente, attraverso un lavoro in sinergia con associazioni come la Fiab, per promuovere l’uso della bici. Incentiviamo le esperienze di percorsi bicicletta-scuola, bicicletta-lavoro e bicicletta-shopping, pensando che, per esempio, per andare a prendere il pane non serve l’auto, ma si può fare una pedalata. E’ una rivoluzione culturale se vogliamo, a cui le istituzioni possono dare una spinta decisiva, anche valorizzando e integrando il bikesharing, con un coinvolgimento di tutti i comuni dell’area metropolitana, per creare una rete unica di noleggio armonizzata su un territorio più vasto di quello comunale”.
PARTITO DEMOCRATICO
Coordinamento Metropolitano e Cittadino di Firenze
Carissime/i,
a poche ore dall’ennesima tragedia che ha colpito l’Europa, con
l’esplosioni e le decine di vittime innocenti di Bruxelles, tutte le
forze politiche, i cittadini e le associazioni si ritroveranno insieme
al Sindaco di Firenze, questa sera (Martedì 22 Marzo 2016) in Piazza
Signoria alle ore 21.00 per esprimere vicinanza e cordoglio.
Siamo tutti chiamati a partecipare e a dare massima diffusione alla notizia.
Saluti
Fabio Incatasciato
Segretario Metropolitano
Massimiliano Piccioli
Segretario Cittadino Firenze
Un altro giorno nero nella storia dell’Europa. Il nostro pensiero e la nostra solidarietà corrono inevitabilmente ai cittadini di Bruxelles, vittime ancora una volta di un attentato portato al cuore dell’Europa. A quelle vittime, a tutte le vittime del terrorismo, al nostro futuro, noi dobbiamo però molto più della nostra solidarietà. Dobbiamo un’Europa che si prenda la responsabilità di governare questo momento storico, un’Europa in grado si mostrarsi unita di fronte alle scelte difficili che la attendono, quelle scelte mosse dalle speranze e non dalle paure, perché il solo modo che abbiamo di affrontarle è farlo insieme. Parigi, Damasco, Ankara, Bruxelles chiedono l’Europa, chiedono l’Europa politica.
1. Nel cuore di Bruxelles.
La polizia belga ha arrestato ieri Salah, l’unico sopravvissuto dei terroristi del Bataclan di Parigi. Sono contento. Penso alle famiglie delle vittime, cominciando da quella di Valeria Solesin.
Tutto risolto, dunque? Ovviamente no. La minaccia terroristica esiste e resiste dappertutto, anche in Europa, anche in Italia. Dunque è fondamentale non abbassare la guardia, investendo sugli strumenti tecnologici (in questo caso il terrorista è stato individuato grazie a un vecchio telefonino), sulla sicurezza, sulle forze di polizia: qui il discorso a un seminario della Polizia di Stato martedì scorso.
Ma vorrei condividere con voi una riflessione ulteriore.
Il terrorista Salah è stato ritrovato a casa sua. Cioè nei luoghi in cui è nato, cresciuto, diventato uomo. Non era in Siria, non era in Afghanistan, non era in Africa, non era su un barcone. Era a Bruxelles, in un quartiere della città. A due chilometri di distanza da dove si tengono i vertici dell’Unione Europea.
Da mesi l’Italia dice in tutte le occasioni che accanto a una risposta credibile sul piano securitario l’Europa deve avere una strategia sui temi della cultura, delle periferie, dell’educazione. Lo abbiamo sintetizzato con una proposta che è già diventata legge nel nostro Paese con la Stabilità: per ogni euro investito in sicurezza, un euro investito in cultura. Per ogni euro investito in Polizia, un euro investito in educazione. Sono gli stanziamenti già previsti dalla legge di stabilità. Ma ogni giorno che passa siamo sempre più convinti che questa proposta italiana debba diventare legge anche in Europa. Gli attentatori di Parigi erano cresciuti in Belgio. Il boia dell’Isis era cresciuto in Inghilterra. I killer di Charlie Hebdo erano francesi. Esiste una questione educativa in Europa che è rilevante almeno quanto quella securitaria. Sottovalutarla sarebbe un errore clamoroso.
Chi di voi ha letto oggi qualche reportage da Bruxelles trova questa frase impressionante e illuminante di un conoscente di Salah: “ Solo voi stranieri potevate pensare che uno nato e cresciuto a Molembeek potesse andare via”. Uno nato e cresciuto a Molembeek, Bruxelles, Europa. Spero che la proposta italiana – che presto diventerà anche la proposta di tutta la sinistra europea, socialisti e democratici – sia fatta propria anche dagli altri Paesi. E che si dia centralità agli investimenti educativi, culturali, urbanistici nelle periferie di tutta Europa. Per ogni euro in sicurezza un euro in cultura, per ogni euro alla polizia un euro nelle scuole. Altrimenti non perdiamo solo la sfida del terrorismo: perdiamo noi stessi.
2. Le bufale. Atto primo, i numeri sul lavoro.
Adoro la bufala quando si tratta di mozzarella. Un po’ meno quando si parla di politica. Ma in questa settimana ho molto riflettuto su un incredibile elenco di falsità che circondano l’azione del Governo e spesso l’immagine del Paese. Per molto tempo ho pensato che la soluzione migliore fosse non rispondere. Forse però non è la strategia migliore. Perché noto una strategia: alcune bufale-leggende metropolitane ripetute costantemente debbono diventare la realtà. Qualche mese fa lessi una dichiarazione del leader del Movimento 5 Stelle, Gianroberto Casaleggio, in cui sosteneva la sovrapposizione di viralità e verità: ciò che è virale, diventa vero. Per me tutto ciò è allucinante. Ma forse vale la pena dedicare tutte le settimane un piccolo spazio delle enews per parlare di bufale. Ce ne sono tante, le affronteremo una alla volta: questo governo non è eletto democraticamente, il referendum sulle trivelle, le pensioni di reversibilità, i tagli alla sanità, l’acqua pubblica, i favori alle banche, i condannati e la costituzione, la crescita economica, le riforme costituzionali che danno più poteri al Governo, la scuola, i vitalizi, i tagli agli stipendi, i fondi europei. Potrei fare un elenco lungo tre pagine. Faremo meglio: una per una, le smonteremo con la forza dei numeri. Perché la verità è diversa (e più forte) della viralità. E perché la realtà vince sulle bugie: magari ci mette un po’ di tempo. Ma poi vince la realtà.
Prima tappa della rubrica “Le bufale” dedicata al JobsAct.
Il JobsAct è una riforma del nostro Governo che si compone di due pilastri: una parte normativa e una parte di incentivi (irap costo del lavoro e esonero previdenziale).
Questa riforma nel primo anno ha prodotto i seguenti risultati:
Insomma: 221mila persone prima non avevano un lavoro, ora ce l’hanno. 468Mila persone prima non avevano un lavoro stabile, ora ce l’hanno. E quasi un milione di contratti a tempo indeterminato in più sono stati firmati in un anno. Merito più delle norme o più degli incentivi, discutono i tecnici. Io credo che sia merito di entrambe le cose (non a caso le abbiamo fatte insieme, non è stata una coincidenza astrale: e l’anno prima gli incentivi del Governo precedente non avevano funzionato). Ma il dato di fatto è che la riforma del JobsAct produce più posti di lavori e posti di lavoro più solidi.
Chi parla di questa riforma come di un fallimento dovrebbe fare i conti con la realtà.
Da italiano invece dico che non sono contento: avrei preferito che questa bella riforme fosse fatta da chi mi ha preceduto negli ultimi anni. L’avessero fatta loro, io avrei avuto una riforma in meno da presentare nel rendiconto ma molte famiglie avrebbero trovato lavoro prima. E dunque non posso essere contento: i tedeschi hanno agito dieci anni prima di noi. E i risultati si vedono.
3. Spreco alimentare.
Su matteo@governo.it ricevo molte mail. E tra le cose che leggo più volentieri ci sono le storie di volontariato concrete. Perché uno dei campi in cui l’Italia è leader mondiale è il volontariato e l’associazionismo. Ma compito della politica non è soltanto ringraziare il volontariato: occorre fare un salto di qualità per rendere i valori del volontariato centrali nelle politiche. In questa direzione vogliono andare la riforma del terzo settore (che sembra finalmente in dirittura d’arrivo) e alcuni provvedimenti specifici come quello sulla legge contro lo spreco alimentare, promossa dalla deputata democratica Maria Chiara Gadda. Chi di voi ha fatto il volontario anche solo una volta con i ragazzi del Banco Alimentare o di altre realtà simili sa quanto sia importante combattere la cultura dello spreco. Questa legge – approvata in prima lettura e adesso all’attenzione del Senato – va esattamente in questa direzione. C’è una politica che sa fare anche buone cose, anche nel silenzio pressoché totale di media e addetti ai lavori. Anzi, lasciatemi ringraziare – oltre ai parlamentari – chi lavora da tempo sul territorio in questo settore, a partire dai primi cittadini, specie dei piccoli comuni: il prode sindaco di Sasso Marconi Stefano Mazzetti lavora da tempo sulla rete dei sindaci antispreco, con la collaborazione del prof. Andrea Segrè che è un’autorità in materia. Non sprecare ciò che abbiamo è una assoluta priorità. E chi vuole saperne di più: www.sprecozero.net
Pensierino della sera. È la festa del papà. Chi segue le enews da tempo sa che amo molto le riflessioni di Massimo Recalcati, un pensatore italiano molto stimolante, che ha prodotto numerose suggestioni sull’eclissi del padre nella società di oggi. Ne ha scritto più volte, in varie sedi. Recalcati parla del nostro tempo e della nostra società evidenziando i rischi di “una patria senza padri”. è una riflessione molto interessante, che andrebbe fatta sempre di più in un dibattito politico troppo spesso volgare e meschino. Ne parlo oggi perché la festa del papà è anche occasione di un pensiero più sociologico e politico. Poi però mi spoglio dei panni del dirigente politico. E voglio fare gli auguri a tutti i papà. Anzi, lasciatemelo dire in toscano: a tutti i babbi. Un pensiero speciale a chi non ha più un padre da abbracciare. A chi lo ha perso quest’anno, magari per una malattia. O in servizio per il proprio Paese, come purtroppo accaduto ad alcuni: incontrarvi, ascoltarvi, leggere le vostre email significa immergersi in un’esperienza dolorosa ma anche molto umana e intensa. è una festa bella, questa del 19 marzo. Ma per alcuni di voi è anche una festa difficile: spero che possiate sentire l’affetto di tutti gli italiani. E, ne sono certo, di chi vi vuole bene.
Un sorriso,
Matteo
Post-Scriptum. Gli amanti della musica avranno apprezzato la notizia di un concerto speciale, in un posto speciale: 45 anni dopo, nel prossimo luglio, David Gilmour tornerà a suonare a Pompei. Ovviamente questa è una bella notizia per gli appassionati. Ma anche per chi ama Pompei. Perché, anche se non ne parlo più tutti i giorni per non annoiarvi, prosegue uno straordinario lavoro di recupero di tanti beni culturali, a cominciare proprio da Pompei: altre cinque nuove domus aperte nelle ultime settimane e una meravigliosa mostra con il Museo Egizio di Torino (altra meta culturale da visitare. E chi avrebbe mai detto vent’anni fa che Torino sarebbe divenuta una delle capitali culturali!). Ormai Pompei è come l’Expo, come la variante di Valico, come il superamento del Senato o come la nuova legge elettorale: la parola fine a chiacchiere improduttive e sterili fatte per decenni in passato. Un simbolo dell’azione di sblocco che l’Italia aspettava. E che l’Italia merita. E se a Pasqua vi capita di viaggiare, vi prego: buttate un occhio sulle tante mete culturali della nostra Italia. Siamo davvero il Paese più bello del mondo, anche se talvolta ce ne dimentichiamo. Dobbiamo lavorare ogni giorno per essere all’altezza di questo straordinario dono. Non solo a Pompei.